Sognavo da tempo un viaggio in Brasile.
È un paese che mi ha sempre affascinato per i suoi colori, la musica, il samba, il suo carnevale.
Ma se devo dirla tutta, ero anche un po’ preoccupato, infatti diversi turisti hanno subito furti e scippi durante una vacanza in Brasile.
Cosa consiglia la Farnesina per un viaggio in Brasile?
Per viaggiare sicuri in Brasile, la Farnesina consiglia molta prudenza.
E fornisce indicazioni su come comportarsi, su come vestirsi.
Per esempio, consiglia di indossare abiti sobri, di non mettere in mostra gioielli o orologi e di non mostrare il passaporto per non essere identificanti immediatamente come turisti.
Inoltre, per gli spostamenti nelle città del Brasile, consiglia l’uso del taxi e di evitare i mezzi pubblici.
Per alcune zone, in particolare, consiglia di visitarle solo con un viaggio organizzato.
In effetti, come agente di viaggio e vista l’esperienza che ho vissuto, per una vacanza in Brasile, non posso che consigliarti un viaggio organizzato.
Per carità, ti voglio specificare subito che non mi è successo nulla di sgradevole, tuttavia non sono riuscito a godermi pienamente la vacanza perché non ero completamente rilassato.
Ma perché ti consiglio un viaggio organizzato per visitare il Brasile?
Perché in un viaggio di gruppo, un viaggio organizzato, i tour e le escursioni vengono effettuate in orari dove il pericolo di disavventure è minore.
Inoltre, si visitano luoghi sicuri e le guide locali conoscono bene il territorio e ti indicano come è bene comportarsi.
Dopo questa doverosa premessa, voglio portarti con me per farti conoscere tutto ciò che ho scoperto di questa bellissima terra.
Sei pronto?
Sono partito con un amico, e come ti ho detto, non con un viaggio organizzato, a metà aprile 2024.
Siamo stati una settimana e per questo mio primo viaggio in Brasile, ho visitato due città: Salvador de Bahia e Rio de Janeiro.
Il mio Viaggio in Brasile: la prima notte a Salvador de Bahia
Atterrati a Salvador de Bahia, siamo andati subito all’hotel posto nelle vicinanze dell’aeroporto.
E qui ho avuto il mio primo incontro con la cucina brasiliana.
Infatti, ho assaggiato uno dei piatti tipici: la Tapioca, ripiena di verdure.
La tapioca è una specie di crepe molto friabile, preparata con una farina speciale e senza latte.
È molto appetitosa e, se farai una vacanza di Brasile, ti consiglio vivamente di provarla.
Al mattino, abbiamo preso il taxi per andare all’aeroporto e imbarcaci per Rio De Janeiro.
La strada di accesso all’aeroporto ha dello straordinario: si entra in un tunnel ricoperto completamente di canne di zucchero.
Ho provato una sensazione molto particolare, quasi da effetto “Wow” per intenderci: mi è sembrato di trovarmi in un altro mondo, in una dimensione parallela.
L’aereo per Rio de Janeiro è stato puntualissimo.
E ho potuto constatare, con grandissimo piacere, che la compagnia aerea “GOL” ha una flotta di aerei nuovi e molto spaziosi.
E che dire del personale di bordo?
È gentilissimo ed estremamente cordiale.
Vacanza in Brasile: Rio de Janeiro, che l’avventura inizi!
Arrivati a Rio de Janeiro siamo andati direttamente in hotel, situato proprio sulla lunghissima e famosissima spiaggia di Copacabana.
L’albergo, in cui abbiamo alloggiato, è il “Mercure Boutique Copacabana”.
Giovanile e colorato, ha una piccola terrazza che si affaccia sulla Avenida Atlantica, importante via di comunicazione per raggiungere il centro città.
Abbiamo scelto di spostarci in taxi: e con questo mezzo abbiamo effettuato tutti gli spostamenti durante questo viaggio in Brasile.
Tour in Brasile: alla scoperta dell’eredità africana
La prima escursione che abbiamo fatto è una di quelle a contributo libero di “Civitatis”.
Il tour, di circa 3 ore, ci ha portato a conoscere la Litlle Africa, vicino al centro di Rio.
Si chiama “Little Africa” perché il patrimonio culturale degli schiavi neri lo ha segnato profondamente.
Infatti, il tour è incentrato soprattutto sull’eredità africana di cui è permeata la città.
Sono felicissimo di aver fatto questo tour per primo, perché mi ha fornito strumenti importanti per comprendere la realtà sociale del Brasile.
Ti lascio cui il link di questa escursione che merita davvero: Free tour del Carnevale di Rio sulle tracce dell’eredità africana.
Il Brasile e la Storia della Schiavitù
Durante l’escursione, la guida ci ha fatto conoscere da vicino la Storia della schiavitù.
Le persone venivano trasportate dall’Africa in condizioni crudeli e inumane: in catene, stipate nelle stive, per mesi dovevano stare sdraiate.
Molte si ammalavano e molte morivano durante la traversata.
All’arrivo, venivano vendute sul mercato locale: la strada adiacente al molo aveva dei negozi per “la merce” (era così che venivano considerate, semplice merce da scambiare).
Questi negozi avevano un piano sul lato strada dove gli schiavi venivano scambiati, e nei piani superiori vi erano gli alloggi degli schiavisti.
Il Brasile è stato l’ultimo Stato a bandire la schiavitù: nel 1888.
E il passaggio alla libertà non è stato indolore.
Infatti, la guida ci ha spiegato che dapprima si è deciso di “liberare” i nuovi nati.
I neonati però, essendo allattati e accuditi dalla madre, ancora di proprietà dei bianchi, accumulavano fin dal primo giorno della nascita un debito nei confronti del padrone della madre.
E, nella realtà dei fatti, restavano quindi degli schiavi.
Quando poi si decise di liberare anche gli adulti, questi ultimi non sapevano dove andare e non erano indipendenti.
Inoltre, dopo la liberazione, la società brasiliana ha mantenuto una netta separazione tra ciò che possono fare i bianchi e ciò che possono fare le persone di colore.
Anche oggi, a detta della nostra guida, è più facile che un bianco si aggiudichi un lavoro, a parità di competenze, rispetto a una persona di colore.
Viaggio in Brasile: alla scoperta delle origini del Carnevale di Rio e del Samba
Durante questa escursione ho anche conosciuto la storia di Hilário Jovino Ferreira.
Conosciuto come Lalau de Ouro, è stato un pioniere del carnevale carioca.
Nato nel 1855 da genitori liberati dalla schiavitù, crebbe a Bahia.
Nel 1872 si trasferì a Rio de Janeiro, portando con sé la cultura e la musica afro-discendente.
Hilário fondò il primo rancho carioca, il “Rei de Ouros” (Re di Quadri).
I ranchos erano gruppi organizzati che partecipavano al carnevale.
Hanno svolto un ruolo significativo nello sviluppo del carnevale di Rio de Janeiro, portando innovazioni come l’uso di temi, costumi elaborati, musica e danze tradizionali.
E Hilàrio ha contribuito a definire il modello di queste organizzazioni carnevalesche: ha cambiato il volto del carnevale carioca.
Le sue idee hanno influenzato profondamente le celebrazioni, trasformandole in eventi spettacolari e creativi.
Nel racconto sulla storia del Samba e del carnevale, la guida ci ha ricordato quanto l’elemento religioso abbia influito.
I portoghesi non volevano che esistessero altre religioni, ma nella comunità afro-brasiliana erano diffuse altri due culti:
- La religione Candomblè, che combina elementi delle tradizioni africane con influenze cattoliche
- L’Umbanda, che fonde elementi dello Spiritismo, del Candomblé e del Cattolicesimo.
Entrambe le religioni erano viste con sospetto e la loro presenza nella società afro-brasiliana ha influito sullo sviluppo del carnevale e del samba.
Per quanto riguarda il Samba, una figura di spicco per la sua nascita e la sua diffusione, è stata Mercedes Batista.
Chiama anche Tia Ciata, la sua casa divenne un importante centro culturale e luogo di incontro per musicisti, artisti, intellettuali e persone comuni, che si riunivano per celebrare, suonare musica e ballare.
Si dice che la sua casa abbia ospitato le prime registrazioni di samba, contribuendo così a diffondere e a rendere popolare questo genere musicale.
Infatti, anche se il samba era già diffuso nelle comunità afro-brasiliane, il suo coinvolgimento, nell’organizzare queste sessioni musicali, ha contribuito a far conoscere il genere ad un pubblico più ampio.
Il samba non è quindi semplicemente un ballo, ma è la sintesi della voglia di liberarsi, della libertà di culto e del mantenimento delle tradizioni di origine.
È un elemento fondamentale per la comprensione della cultura e della società brasiliane.
Il centro storico di Rio de Janeiro: qual è l’eredità portoghese?
Il giorno dopo abbiamo fatto un altro Tour davvero interessante: Free tour del centro storico di Rio e Lapa.
Il tour era incentrato su quanto il colonialismo portoghese abbia influito sull’architettura del centro storico di Rio.
Qui anche la famiglia reale si è trasferita, durante le conquiste napoleoniche, trasferendo la capitale prima a Salvador e poi a Rio de Janeiro.
L’architettura porta i segni della colonizzazione europea, con palazzi imponenti e numerosissime chiese.
Uno dei simboli dell’architettura portoghese è L’Arco do Telles.
È una struttura ad arco che fa parte di un edificio coloniale risalente al XVIII secolo.
L’edificio, a cui appartiene l’arco, è stato costruito come residenza di Francisco Telles de Menezes, un mercante portoghese.
Proprio prima dell’arco, la guida ci ha fatto notare come spesso vengano mantenute in piedi solo le facciate dei palazzi (la parte posteriore non esiste).
Questo avviene perché una legge brasiliana, a causa delle ristrettezze economiche in cui versa il paese, impone il restauro e il mantenimento della sola facciata, senza curare il resto dell’edificio.
Di fronte all’ex Parlamento di Rio de Janeiro, è stato piantato un albero che mi ha colpito molto.
Produce dei fiori bellissimi, ma i frutti, oltre ad avere un cattivo sapore, sono molto pesanti e rischiano di cadere in testa alle persone se non vengono non rimossi.
L’albero si chiama Paineira Rosa o Chorisia speciosa.
Street Food e Confeitaria Colombo: un assaggio gastronomico del Brasile
Durante questa escursione, ho provato uno dei piatti tipici di Rio. Ti consiglio di provarlo, se visiterai il Brasile: la Coxinha de Galinha.
È un antipasto tipico costituito da bocconcini croccanti fuori e morbidi dentro.
La loro forma ricorda una coscia di pollo, da cui il nome “coxinha” (cioè “coscia di pollo” in portoghese).
Il ripieno è di petto di pollo cotto e tritato, con peperoncino, prezzemolo e cipolla.
Sono molto popolari come street food.
Durante il tour, la guida ci ha invitato ad assaggiare anche qualche dolcetto presso la Confeitaria Colombo, una celebre pasticceria e caffetteria di Rio.
Ti consiglio di farci un salto: ammirerai un ambiente elegante e gusterai pasticcini davvero prelibati.
La sua storia affonda le radici nel periodo coloniale e ha contribuito a definire la cultura culinaria e sociale della città.
La Confeitaria Colombo fu fondata nel 1894 da due immigrati portoghesi, Joaquim Borges de Meirelles e Manuel José Lebrão.
Il loro sogno era di offrire dolci e pasticcini europei di alta qualità, per soddisfare i gusti sofisticati delle classi più elevate di Rio de Janeiro.
Fin dall’inizio, la Confeitaria Colombo ha attirato l’attenzione per la sua eleganza e il suo stile europeo raffinato.
L’edificio in cui si trova è un esempio di architettura eclettica, con elementi neogotici, neorinascimentali e neobarocchi.
Nel corso degli anni, la Confeitaria Colombo divenne rapidamente un punto di riferimento nella vita sociale e culturale di Rio de Janeiro.
Gli intellettuali, gli artisti e l’élite della città si incontravano nella Confeteria per discutere di politica, di letteratura e di affari, contribuendo a creare un’atmosfera vibrante e cosmopolita.
Durante il XX secolo, la Confeitaria Colombo ha attraversato momenti di prosperità e anche difficoltà.
Tuttavia è sempre rimasta un’icona della città.
È stata restaurata e rinnovata per preservare il suo fascino originale, diventando una destinazione turistica e un simbolo della tradizione e dell’eleganza di Rio de Janeiro.
Oggi, la Confeitaria Colombo è ancora una delle caffetterie più rinomate del Brasile, dove è possibile gustare prelibatezze dolci e salate in un ambiente storico e affascinante.
Casa de Escada: un viaggio tra i colori del Brasile
Il tour è terminato nel quartiere di Santa Teresa, proprio alla Casa de Escada, situata sulla Escadarià Selaron.
Escadarià Selaron è una scala composta da circa 200 gradini decorati con oltre 2000 piastrelle colorate, ceramiche e specchi provenienti più di 60 Paesi.
La scalinata si deve a Jorge Selarón, artista cileno, che ha iniziato questo progetto di arte urbana nel 1990, per ristrutturare i gradini fatiscenti vicino alla sua casa.
Nel corso degli anni, il progetto è cresciuto e ha attirato l’attenzione internazionale.
Qui sono presenti anche numerosi murales.
Il Pan di Zucchero e il Cristo Redentor
Un luogo che ti consiglio assolutamente di visitare è il Pan di Zucchero, dove ci siamo goduti un magnifico tramonto.
Il Pan di Zucchero è formato da due montagne, una accanto all’altra, alte e strette, accessibili attraverso due funivie.
Già dalla prima, più bassa, puoi godere di una vista mozzafiato su tutta Rio de Janeiro e sulla sua baia.
E ci sono anche dei pannelli che ti raccontano al storia della prima funivia, che ha reso questo spettacolo fruibile a un pubblico più ampio.
Il giorno dopo siamo andati al Cristo Redentor.
Per salire, puoi usare sia il treno che dei piccoli minivan.
Abbiamo scelto il treno perché con questo mezzo puoi vivere una bella esperienza, infatti si sale attraversando una zona ricchissima di vegetazione. Una vera gioia per gli occhi.
Arrivati in cima sono stato colpito dall’immensità della natura sottostante e poi, alzando gli occhi, dalla statua del Cristo che sembra abbracciarla, mostrarla orgoglioso, e proteggerla.
È una vista emozionante e in alcuni momenti ti senti parte del tutto, protetto anche tu da quelle enormi braccia.
Qui, sono andato a visitare la Statua dedicata a Guglielmo Marconi.
Si trova ai piedi del Cristo Redentore.
La statua commemora un momento storico significativo.
Infatti, nel 1931, Marconi inviò un impulso radio dalla stazione di Pisa al Cristo Redentore, rendendo evidente la capacità della tecnologia radio di superare le distanze.
Nel 1974, la comunità italiana ha posto una targa per ricordare questo evento così importante.
Il mare e la spiaggia di Rio de Janeiro
Il giorno dopo siamo andati in spiaggia: anche questa è stata un’esperienza a tutto tondo, ma molto lontana dalla nostra immagine di solo relax.
Già prima di entrare, dalla strada, si ha l’impressione di essere in un grande mercato: ragazzi che ti chiamano per offrirti al miglior prezzo le sdraie e il guarda-sol (ombrellone in portoghese).
La spiaggia è molto ampia, e c’è molto spazio tra i baracchini che vendono sdraio e caipirinha e il mare.
Ci siamo messi proprio a riva e abbiamo preso due sdraio al costo di 5 riales l’una (circa 1€).
Ci siamo sdraiati e ho provato a rilassarmi, ma è stato impossibile. Infatti, ci siamo ritrovati praticamente in mezzo al mercato.
Qui vendono di tutto: acqua, gelati, caipirinha, pannocchie.
E poi passano con i bracciali, gli occhiali da sole, le borsette, artigianato di vario tipo e asciugamani.
Poi vendono i gelati, le empanadas argentinas.
E c’era anche un pentolone fumante, che non sono riuscito a capire cosa contenesse.
In spiaggia giocano a calcio, a pallavolo, e a pallavolo con i piedi. E giocano tutti, adulti e bambini.
La spiaggia è un’estensione della città.
È quasi impossibile schiacciare un pisolino: e in effetti, alla fine, non ho voluto dormire, per non perdermi nemmeno un minuto di quello che succedeva intorno a me.
Tornando dal mare, ci siamo imbattuti in un mercatino di quelli spontanei, con artigianato di tutti i tipi e quadri bellissimi, dipinti sul momento, che vendono anche a 1500€.
Sullo stesso tratto di spiaggia, ci sono innumerevoli scuole di surf, alcune improvvisate, che promettono una lezione completa a 20€ l’ora.
La Fiera di Sao Cristobal
L’ultimo giorno, abbiamo preso il taxi per andare alla fiera di Sao Cristobal.
Il tassista era simpaticissimo e molto alla mano, utilizzava Google Translator per comunicare con noi.
Ci ha indicato i monumenti che abbiamo incontrato lungo la strada, come il Maracanã. Qui ci siamo fermati per scattare una fotografia.
Purtroppo, all’ora in cui siamo arrivati, la fiera era quasi terminata.
Tuttavia, abbiamo trovato aperti ancora qualche negozietto di stoffe e di tappeti, di souvenir e qualche ristorante tipico.
Viaggio in Brasile: la nostra avventura nella favela di Rio de Janeiro
Dopo aver pranzato, abbiamo accolto la proposta del tassista di andare a visitare una favela.
All’inizio ci è sembrato inopportuno invadere uno spazio che riteniamo intimo, ed entrare nelle case di persone che vivono in condizioni precarie.
Ma poi Marcus, il tassista, ci ha convinto dicendo che Rocinha è una favela abituata ai turisti e che i turisti sono anche una fonte di guadagno per gli abitanti della favela.
Sulla strada per arrivare, si percepisce immediatamente il passaggio dalla città alla favela.
La densità dei palazzi e dei negozi cambia radicalmente, e anche la pulizia delle strade e il decoro generale.
Appena siamo entrati ci ha accolto un murale “Benvenuti a Rocinha”.
E subito dopo, scendendo dalla macchina, ci ha accolto un ragazzo: la nostra guida nella favela.
Ci ha accompagnato a un “belvedere” da cui abbiamo potuto farci un’idea generale di quello che avremmo visto.
Ma il mio sguardo è corso in alto. E ho notato la presenza di fili elettrici di tutte le dimensioni, quasi aggrovigliati.
I fili elettrici attraversano le strade in lungo e i in largo, e passano, quasi senza una logica apparente, da un palazzo all’altro.
Guardano in basso ho visto tantissimi palazzi ammassati, disordinati e probabilmente mai finiti.
In lontananza, invece, si intravedeva la baia di Rio con il suo mare: è uno spettacolo che mi ha mozzato il fiato per la sua bellezza.
Subito dopo siamo stati invitati sulla terrazza di casa del ragazzo: qui abbiamo comprato e sorseggiato una birra.
Proprio come si percepiva da fuori, le case non sono ultimate.
Gli scalini hanno altezze e profondità tutte diverse. Le strade sono ripide, strette e irregolari … decisamente faticose.
Siamo saliti percorrendo una scalinata irregolare.
E, una volta in cima, ci ha accolto una stanza adibita a monolocale, con un piccolissimo bagnetto e un angolo cottura.
Sulla terrazza, ampia e ariosa, completamente in cemento e non pavimentata, abbiamo incontrato lo zio del ragazzo.
Essendo accompagnati, non abbiamo provato mai paura per esserci addentrati nella favela.
Ci hanno rassicurato dicendoci che la malavita è rappresentata da una piccolissima minoranza, mentre gli altri sono brave persone.
Interessante notare che anche il divertimento notturno si svolge, per gli abitanti, dentro la favela stessa.
Nel suo complesso l’esperienza nella favela è stata positiva perché era giusto vedere anche questo aspetto del Paese, ma non credo che fosse veramente necessaria.
Ho probabilmente capito di più dei problemi legati alle diseguaglianze sociali nella prima escursione sulla storia della schiavitù, che non da ciò che ho visto nella favela.
Terminato questo tour non previsto all’interno della favela, siamo rientrati in hotel.
E il giorno dopo abbiamo preso il volo per Salvador.
San Salvador de Bahia: tappa imperdibile per un tour in Brasile
Giunti in albergo, avevamo in mente di andare a fare una passeggiata in autonomia, ma subito il receptionist ci ha sconsigliato di andare a piedi, anche se si trattava di 15 minuti.
Abbiamo quindi deciso di riposare in piscina e attendere l’ora di cena.
Per andare a cenare abbiamo preso il taxi e siamo andati al quartiere di Santo Antonio.
Questo quartiere è leggermente lontano dal centro, ma è molto vivo, con bei ristoranti e con una forte impronta coloniale nell’architettura.
Qui si respira aria di vacanza e di tranquillità, a differenza di altre zone della città dove ci viene sconsigliato anche di uscire dal locale se non c’è già il taxi ad aspettarci.
Voglio segnalare che quasi ovunque cercano di farsi capire, ma è difficile comunicare in inglese.
Visitare il Pelourinho: il quartiere storico di San Salvador
Il giorno dopo è stata la volta del giro del Pelourinho, il vero quartiere storico della città.
Anche per questo tour, ci siamo serviti delle proposte di Civitatis.
Ti lascio qui il link di questo Free tour di Pelourinho e del centro storico.
A Pelourinho è pieno di palazzi di epoca coloniale ed è questo il quartiere che durante il carnevale prende vita.
Qui si vedono per le strade, a differenza di Rio, donne vestite in abiti tradizionali, a puro scopo turistico e ballerini di capoeira.
Ovunque si possono ammirare edifici con porte colorate e si trovano tantissimi ristoranti tradizionali.
Qui c’è anche il Museo del Carnevale che racconta della nascita dei carri e del corteo da cui poi sono nati i blocos de rua.
A Salvador il carnevale è del popolo, è una vera e propria festa di strada.
Terminata la visita al Pelourinho, abbiamo scelto di andare a piedi.
E ci siamo ritrovati nel bel mezzo di un mercato, pieno di gente del luogo, in cui vendevano frutta e verdura di tutti i tipi, alcuni difficili da identificare.
Ho potuto notare quanto la cultura africana sia ancora presente in Brasile, perché quel tipo di mercato è più facile vederlo in Africa, piuttosto che in un paese occidentale.
Dico questo sia per l’ambiente e l’atmosfera, che per il modo di vendere e di interagire tra le persone.
In conclusione, tirando le somme, posso dire che questa non è stata una vacanza, ma un vero e proprio viaggio.
Infatti, in questo viaggio in Brasile, ho conosciuto un altro aspetto della nostra Terra, una nuova cultura e visione del mondo: un luogo dove si mescolano tre continenti e tre mondi.
Claudio, il tuo agente di Viaggi!